Testata registrata al Tribunale di Salerno
18 luglio 1996 n° 953

Acqua pubblica o acqua privata? Da che parte stare? Cava ha scelto

di Patrizia Reso

Il referendum del 2011 ha espresso chiaramente, ai nostri governanti, i cittadini da che parte stanno e dove vogliono stare. Ricordiamo, giusto per rinverdire la memoria, che Cava registrò una affluenza massiccia e si pronunciò col 97,8% contro la privatizzazione, e col 98,1% contro i profitti sull’acqua.

I cittadini quindi già allora hanno scelto che il servizio idrico fosse affidato ad enti pubblici, dato che l’acqua è l’elemento fondamentale per la sopravvivenza e non può essere merce di scambio, né merce su cui fare utili, nonostante anche la grande crisi economica.

Fino ad oggi su questi principi siamo stati tutti d’accordo, ma all’atto pratico chi ci amministrava non faceva altro che favorire la privatizzazione del servizio, prestando il fianco alle lobby affaristiche che imperversano sui territori.

La neo amministrazione Servalli ha finalmente scelto la gestione pubblica del servizio idrico, attraverso una delibera di Giunta, sancendo i seguenti principi:

a)  l'Azienda  dovrà,  in  via  esclusiva,  operare  nell'ambito  della  produzione,  erogazione  e gestione del Servizio idrico integrato nel territorio degli enti locali consorziati;

b) l'Azienda non potrà perseguire fini di lucro anche in via indiretta;

c) in applicazione della convenzione di Aarhus, l'Azienda  dovrà  garantire  la  effettiva  partecipazione  della  popolazione  residente  nel territorio  degli  enti  locali  consorziati  alle  scelte  qualificanti  relative  alla  produzione, erogazione e gestione del Servizio idrico integrato;

d) l'Azienda dovrà garantire la partecipazione dei propri dipendenti alle scelte qualificanti relative alla organizzazione del lavoro.

Giusto a tre anni di distanza dalla delibera del 2 agosto 2012, in cui l’assemblea cittadina deliberò, con voto unanime, l’indirizzo politico della gestione pubblica.

Finalmente questo deliberato ha avuto un seguito!

I comitati per la gestione pubblica dell’acqua esprimono la propria soddisfazione per questa scelta operata dall’amministrazione e perseguita dagli stessi da anni.

Inoltre si augurano che l’esempio di Cava sia al più presto seguito dagli altri Comuni costituendi un tempo il consorzio ed oggi soci della società per azioni Ausino. Una scelta che restituisce potere politico e amministrativo ai Comuni, che promuove la cultura del bene comune da perseguire e conservare, valorizzandolo e rendendolo competitivo sul mercato, prevalentemente nella qualità e nel servizio.

 

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