Testata registrata al Tribunale di Salerno
18 luglio 1996 n° 953

Acqua pubblica: la s-volta buona?

Acqua pubblica: la s-volta buona?

Forse questo slogan, La s-volta buona, durante la recente campagna elettorale, ha inciso molto più di altri.

I cittadini ci hanno creduto. Non tutti, ma poco più della maggioranza sì. Ora che sono stati stabiliti ruoli e responsabilità, i giochi diventano seri.

Passata la sbornia della vittoria, passata  la sete vacanziera, si torna al quotidiano.

Per i Comitati per l’acqua pubblica non c’è stata la classica pausa estiva: ognuno autonomamente ha continuato ad operare nel proprio territorio.

La nuova amministrazione, guidata da Servalli, ha recepito gli stimoli dei comitati. Ha trasformato questi stimoli in una delibera di Giunta.  In data, infatti, di 30 luglio ha deliberato la Trasformazione della Società Partecipata “Ausino spa” in Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico (delibera n°239).

Non sono mancati, non mancheranno gli attacchi , giustificati dalle varie alchimie legislative che continuano a produrre i Governi che si succedono, nonostante  i  fragorosi risultati del Referendum del 2011.  Ormai  è più che nota e diffusa tra la popolazione la verità su tutti questi provvedimenti che tendono a favorire e giustificare il lucro sull’acqua, contro la volontà popolare chiaramente espressa. Si tratta soltanto di continuare a favorire il benessere futuro di piccoli e grandi gruppi finanziari, che vantano amicizie nei piani alti politici e amministrativi (vedi Acea).

I tentativi sono scattati subito anche a Cava, all’indomani della delibera. L’ex sindaco Marco Galdi, forte dei suoi studi e competenze tecniche giuridiche, ha presto presentato  un’interrogazione, richiedente risposta scritta, paventando gli eventuali rischi per il Comune secondo l’art. 149bis della legge 152 del 2006, sull’Ambiente.

Nonostante tutti si professino per l’acqua fonte di vita, si impegnano al massimo per contrastare in ogni modo la ripubblicizzazione del servizio. Eppure già più di una sentenza, tra Corte Costituzionale e Corte dei Conti (es. Sezione delle Autonomie, 21/1/2014 n°2)  hanno stabilito che nulla osta al riportare all’origine una società privata, che da consorzio pubblico è diventata spa soltanto perché una legge, abrogata col referendum del 2011, obbligava a mettersi in regola in tal modo.

Detto questo, c’è da auspicare che l’amministrazione Servalli, Giunta e Ufficio Legale compresi, non si lascino intimorire da questi tentativi di difesa ad oltranza della gestione privata. L’acqua pubblica è una scelta politica. Equivale a riportare al centro degli interessi l’uomo, e non più il profitto di una azienda.  Non a caso si parla anche di rivoluzione culturale: non più il mercato il fulcro della politica, ma l’uomo, la società e le sue esigenze.

A tal proposito il Coordinamento dei Comitati Territoriali per l’Acqua Bene Comune, ha organizzato per il prossimo 20 settembre un grande simposio a Napoli, capitale dell’Acqua Pubblica,  tra tutti i sindaci che hanno già operato , o sono in via di riconvertire,  la ripubblicizzazione del servizio idrico. Parteciperanno dal Nord al Sud, dalla Liguria alla Calabria, dal Trentino al  Molise alla Sicilia … Sarà un grande momento di confronto tra i primi Cittadini dei vari Comuni che hanno scelto, che hanno deciso di cambiare rotta, iniziando dal sindaco di Napoli, De Magistris.  Sarà il momento per lanciare, diffondere, sottoscrivere la Carta degli Intenti, siglata a giugno scorso tra il Comune di Napoli e i Comitati, per una gestione nuova, corretta, trasparente della res publica.  Finalizzata alla conservazione  e valorizzazione dei beni comuni, primi fra tutti acqua, terra, aria a fondamenta della nostra esistenza.

Il sindaco Servalli potrebbe parteciparvi a pieno titolo,  potrebbe entrare in rete e in contatto con tutti gli altri sindaci che hanno già intrapreso il cambiamento, sempre che le sue esternazioni non siano solo frutto di propaganda spicciola, ma convinzione pura verso  una gestione amministrativa diversa,  senz’altro possibile, come d’altronde è stato già dimostrato altrove.

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