Testata registrata al Tribunale di Salerno
18 luglio 1996 n° 953

PREMIARE LA PARTECIPAZIONE COLLABORATIVA DEI CITTADINI

di Raffaele Fiorillo

In ogni programma elettorale viene da tempo posto  l’obiettivo di ridurre i tributi locali e di migliore i servizi.

Cosa non impossibile ma non certo facile.

Sicuramente contribuiscono ad una corretta gestione della spesa e all’eliminazione degli sprechi amministratori competenti ed onesti, capaci di svolgere una funzione di programmazione e di controllo della qualità della spesa in funzione del loro programma,   una struttura amministrativa costantemente formata, aggiornata, motivata e capace di autonomia valutativa e  l’adozione di procedure trasparenti.

Il più delle volte, soprattutto nelle realtà meridionali,le economie ottenute sono appena sufficienti a qualificare/potenziare servizi esistenti e/o a istituirne altri di cui la collettività ha bisogno.

Ma vi è   un ulteriore fattore che può incidere: i cittadini.

Il loro comportamento più o meno collaborativo e partecipativo alla gestione della città può contribuire  alla riduzione della spesa pubblica e alla qualità urbana.

Chi fa correttamente la raccolta differenziata, non sporca le pubbliche strade, non danneggia i beni pubblici, non parcheggia in doppia fila, pulisce davanti al suo negozio e/o al cancello della propria casa, ha attenzione per ogni bambino o anziano che vede per strada come per il proprio figlio o genitore, ecc. contribuisce alla riduzione della spesa, alla sicurezza e al decoro della città.

In queste ultime settimane l’amministrazione comunale ha intrapreso una decisa azione di vigilanza e repressione nei confronti di chi abbandona rifiuti per le strade .

Reprimere  atteggiamenti scorretti multando i trasgressori è un’azione necessaria ma , a mio avviso, non sufficiente a determinare una maggiore collaborazione da parte dei cittadini.

Occorre ampliare  l’ottica e incentivare/premiare chi ha atteggiamenti corretti e collaborativi nella gestione del territorio e nella fruizione dei servizi siano essi singoli o gruppi ( condomini, gruppi di cittadini,pezzi di territorio, ecc).

Contemporaneamente occorre garantire, attraverso la trasparenza degli atti e un’adeguata informazione, che ogni centesimo di tributo pagato è stato ben speso  .

E gli incentivi possono essere i più vari, dalla riduzione di tributi a servizi aggiuntivi di carattere territoriale.

Ad esempio per chi  fa la raccolta differenziata in modo superficiale vedere che a fine anno il vicino, che la fa correttamente e usa l’isola ecologica, paga 30/40 euro in meno  è un sicuro incentivo a fare meglio.

Ciò sarà possibile già applicando il codice a barre alle buste della carta e del multimateriale e ampliando gli orari di conferimento alle isole ecologiche.

 Passando poi  all’attuazione della Strategia  Rifiuti Zero, con l’aumento dei materiali riciclabili e compostabili raccolti e la riduzione del secco indifferenziato, il risparmio può essere raddoppiato.

E attuando il sistema di misurazione puntuale dei rifiuti prodotti da ogni utenza ciascuno pagherà, più equamente, in funzione del costo di raccolta e di smaltimento dei rifiuti prodotti detratto il valore dei materiali riciclabili conferiti.

Le ipotesi da sviluppare possono essere le più varie, l’obiettivo è lo stesso, stimolare la collaborazione dei cittadini e far percepire il tributo non  più come una vessazione ma come il giusto corrispettivo per il servizio ricevuto in funzione della collaborazione prestata.

In quest’ottica va anche affrontato il problema di chi, per disagio economico, non è in grado di pagare i tributi pur usufruendo dei  servizi del Comune.

Negli anni novanta risolvevamo concedendo un contributo alle famiglie indigenti con il quale i servizi sociali provvedevano a pagare i tributi comunali e la corrente elettrica per conto del beneficiario.

Oggi il Baratto Amministrativo  è una soluzione interessante che può essere attuata.

Esso consiste nella possibilità dell’indigente di poter pagare il dovuto al Comune svolgendo un’attività lavorativa utile all’ente.

Il Comune dovrebbe approvare un apposito regolamento per regolare il tipo di servizio e la tipologia dei soggetti che vi possono accedere.

In questi casi l’ente ottiene un servizio utile a fronte di un credito che diversamente non incasserebbe mai e il cittadino non sarebbe umiliato da ingiunzioni ed  esattori che non possono tener conto dello stato di indigenza. 

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