Testata registrata al Tribunale di Salerno
18 luglio 1996 n° 953

Lumascuro, il prete della Città dei ragazzi”

Sabato 13 maggio 2017 alle 18:30 presso il Marte Mediateca Arte eventi, Campania d'autore, la manifestazione organizzata dall'Associazione L'Iride alla scoperta degli autori della nostra Campania, premiati nella XXXIII edizione del Premio Letterario Città di Cava de' Tirreni, incontrerà Mari Rossi per presentare il suo romanzo “Lumascuro, il prete della Città dei ragazzi”, Centro Iniziative Culturali.

Ne parleranno con l’autrice Maria Gabriella Alfano, Presidente Associazione L’Iride, Lucia Vollaro, Dirigente scolastico Istituto Comprensivo Virgilio IV del quartiere Scampia di Napoli, Andrea Manzi, Direttore de “La Città”, Claudia Izzo, Giornalista. Un incontro appassionato per le esperienze dei partecipanti. Lucia Vollaro, che ha  scelto di insegnare solo nelle zone periferiche e disagiate di Napoli ad Andrea Manzi che insieme a Don Manganiello ha scritto il libro “Gesù è più forte della camorra, i miei dieci anni a Scampia tra lotte e misericordie”.

Aprirà la serata la proiezione del booktrailer creato dagli studenti della VE del Liceo Scientifico “A.  Genoino” di Cava de’ Tirreni. Reading dell’attore Giuseppe Basta.

Era il crepuscolo, ma per don Enrico stava semplicemente facendo “lumascuro”, così come sua madre, quand’era bambino, definiva quella particolare ora della giornata, quando una luce ostinata, quasi magica, si insinuava nelle trame del buio e tentava di dipanarle per rendere ancora visibile, soprattutto ai bambini, il loro spensierato mondo di giochi.

Il romanzo racconta la storia di Don Enrico Smaldone, prete simbolo di Angri, nato nel 1914 e morto a soli 53 anni, il sacerdote per il quale il vescovo della diocesi di Nocera-Sarno, monsignor Giudice, ha avviato la causa di beatificazione. Nel 1949 don Enrico Smaldone fondò ad Angri la “Città dei ragazzi”, una struttura che negli anni, ha ospitato molti giovani in difficoltà sia economica che sociale. Uno strano prete. Di quelli che portavano la tonaca lunga nelle feste comandate e una tuta da muratore nei giorni feriali. Uno che seminò miracoli ma li nascose accuratamente: costruì una “Città dei ragazzi” per restituire dignità ai giovani del dopoguerra. Uno che fece di tutto per non farsi ricordare, per restare anonimo e sconosciuto.

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18 luglio 1996 n° 953

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