Testata registrata al Tribunale di Salerno
18 luglio 1996 n° 953

Malc. La manifattura ritorni all'ente. Sottoscrivono i candidati Capuano, Servalli, Senatore e Lamberti

Si è tenuta giovedì 16 al Club Universitario l’assemblea pubblica del MALC (Comitato civico Manifattura alla città), costituito dalle associazioni Italia Nostra, la Rosa di Gerico, Agorà e cittadini cavesi. Al centro della discussione l’ultimo atto di una vicenda infinita che vede come protagonista la storica struttura che, data in comodato,  per permettere l’attività Manifatturiera dei tabacchi,  non è più rientrata nella proprietà del Comune.

Con delibera 89 del 25 marzo 2015, il Sindaco e la Giunta hanno autorizzato le Manifatture Sigaro Toscano ad installare all’interno dell’Immobile Storico dell’Ex Manifattura Tabacchi di viale Crispi un incubatore d’impresa.

I candidati sindaci Cettina Capuano, Vincenzo Servalli,  Armando Lamberti e Marco Senatore,  presenti all’assemblea,  hanno aderito all’appello del MALC e firmato il loro impegno perché, qualora eletti, la struttura rientri in possesso dell’Ente. Il candidato sindaco, designato dei Cinque Stelle, Gianluca Santoro, ha aderito all’iniziativa, ma ha rinviato la firma della lettera alla formale sottoscrizione della candidatura a sindaco.

La delibera di marzo, infatti, si inserisce in una scia di eventi che sono stati sintetizzati dagli interventi di Bruno Todisco, presidente MALC, Mario Farano, presidente dell’associazione Davide contro Golia, Loredana Avagliano,  presidente Italia Nostra e Francesco Santoro di Italia Nostra.

Tutto è partito, nel lontano 1900, da un atto di comodato, ossia un trasferimento temporaneo della struttura per determinate necessità. Allo Stato Italiano serviva per operare l’attività di manifattura Tabacchi, ma il patto era che la struttura storica sarebbe stata restituita, salvo se non utilizzata per fini pubblici e in caso di miglioramenti a fronte delle spese sostenute.

Fatto sta che nel 2002 al termine delle attività lavorative, l’edificio non è mai stato restituito e si è aperto un vortice di atti e delibere che hanno generato anche vertenze legali.

Ad oggi un giudizio civile nei confronti della famiglia Maccaferri (maggiore azionista della Manifatture Sigaro Toscano) e detentrice della struttura è stato transatto dalla giunta Galdi, con molti dubbi circa sia circa la validità che circa l’effettivo beneficio per la collettività cavese.

Il MALC ha agito su vari fronti: ha provveduto a impugnare la transazione in via amministrativa tramite un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, nello stesso tempo la stessa transazione è diventata impossibile perché la parte storica dell’edificio gode del vincolo della Sovrintendenza e la parte retrostante è in  procinto di avere  il vincolo d’ambito consistente in una fascia di rispetto  dall’edificio antico.

Analizzando i costi e benefici della fantomatica transazione la Maccaferri rilascerebbe un bene, che è già di proprietà collettiva, fruendo di benefici e agevolazioni che le porterebbe un guadagno diretto/indiretto di oltre 15 milioni di euro, ha calcolato Mario Farano, a discapito della collettività Cavese.

Una struttura così ampia, posta nel cuore del centro della città, offre prospettive ad ampio raggio perché possa diventare ricchezza effettiva per Cava, come ha dimostrato l’arch. Francesco Santoro illustrando il progetto del MALC.

Il Comitato Civico continuerà la sua battaglia su tutti i fronti.

Magrina Di Mauro

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